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È legge la riforma del condominio: ecco che cosa cambia per professionisti e proprietari

La commissione Giustizia del Senato ha approvato la riforma del condominio. Il provvedimento, approvato in sede deliberante, è ora legge. Ecco il primo commento: «Sono 31 articoli. Alcune cose potevano cambiarsi, ma testo sarebbe riandato alla Camera«. È quanto ha scritto su Twitter il senatore Idv Luigi Li Gotti, commentando il via libera definitivo avutosi in sede deliberante in Commissione Giustizia a Palazzo Madama. Il Ddl 1483 B conteneva numerose modifiche al codice civile in materia di condominio degli edifici. Il provvedimento era stato discusso ampiamente anche nella scorsa legislatura senza arrivare al si finale. APPROFONDIMENTI Per gli amministratori di condominio arrivano le regole e la certificazione di qualità La riforma del condominio accelera La riforma del condominio passa alla Camera Ok della Camera: condominio più trasparente Cassazione: il condominio deve provvedere allo sfiato dei caloriferi Danni da infiltrazioni, risponde il condominio «Esprimo viva soddisfazione per l'approvazione di una riforma che riguarda più di quaranta milioni di italiani. Sicuramente si poteva ottenere qualcosa in più, ma oggi abbiamo una disciplina del condominio che é adeguata a quello che é il quadro di un costume e di esigenze sociali che sono mutate rispetto all'epoca della precedente normativa. Con il nuovo provvedimento sono stati fatti miglioramenti sostanziali: da un rafforzamento dei poteri dell'amministratore a un regime più elastico delle delibere assembleari, fino ad una più efficace tutela delle destinazioni d'uso delle parti comuni. Tutta una serie di modifiche che potranno anche ridurre il contenzioso civile, considerata l'incidenza notevole delle cause condominiali sul complesso della litigiosità tra le parti private«. Lo ha detto la senatrice del Pdl, Elisabetta Alberti Casellati. «Si tratta - scrive Saverio Fossati del Sole 24 Ore - di un testo molto orientato ai consumatori e quindi, in questo caso, ai condomini. Non si parla di "riconoscimento" di tipo ordinistico delle professioni ma di una serie di garanzie nella formazione e nell'attività, che solo i professionisti seri saranno in grado di dare. La qualificazione verrà curata anche dalle associazioni professionali di riferimento, alle quali però non è obbligatorio iscriversi, non impone infatti l'iscrizione all'associazione di riferimento, cui viene affidato il compito di curare la formazione, scrivere un codice deontologico, istituire lo sportello del consumatore e vigilare sul comportamento dei propri iscritti. I professionisti dovranno comunque decidere tra le diverse soluzioni: iscriversi a un'associazione, applicare le norme Uni chiedendo una certificazione (anche per gli amministratori di condominio è già possibile, per esempio Tuv Italia e Quality Italia attribuiscono la certificazione in accordo allo standard Uni 10801:1998 «Servizi - Amministrazione condominiale e immobiliare - Funzioni e requisiti dell'amministratore»). Oppure scegliere la via del fai da te: la qualificazione della prestazione professionale potrà anche essere basata sulla conformità di fatto alle norme tecniche Uni».

da: http://www.casa24.ilsole24ore.com/art/condominio/2012-11-20/approvata-definitivamente-riforma-condominio-155207.php?uuid=Ab7szn4G